8 giugno. Festa di fine anno (scuola media)
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In quest’ultimo periodo sempre più si parla dell’ultima follia “Blu Whale“. La pratica è definita da qualcuno gioco. Lo è con la differenza che il provare i propri limiti nel tentativo di superarli – motivazione che sta alla base di ogni gioco – porta al suicidio!
Nasce in gruppi chiusi o segreti dei social, guidati da tutor. Le reclute sono inserite attraverso la pratica dell’adescamento, favorite dal vuoto educativo e dalla “superficialità” procedurale, che costituiscono la nuova condizione di solitudine dei nostri ragazzi -spiegherò più avanti chi sono in primis i responsabili di questa situazione. In pratica gli incauti o i consapevoli ragazzi devono superare 50 prove, fino ad arrivare a quella estrema: il proprio suicidio!
E’ l’ultimo esempio dell’idiozia umana, espressione del Thanatos freudiano che può rivolgersi anche contro se stessi e che diventa un unicum con il bisogno del ragazzo di riconoscersi in un “io”, grazie all’attenzione che qualcuno gli rivolge. E questo riconoscimento oggi avviene spesso nel Web. In questo gli ” i like” svolgono un ruolo importante. Mutuando il cogito cartesiano si potrebbe affermare oggi che “I like” fanno essere. Il Web, declinato nei media sociali, nei servizi di IM, assume le caratteristiche di ambiente virtuale, dove nel gioco di mascheramento-smascheramento del proprio “io”, inteso come unità psicosomatica, il ragazzo trova “protezione” e “rifugio” a quello reale, spesso aspro, complesso, impegnativo, foriero di sofferenze e di solitudine.
In questa situazione si registra una grande assenza: i genitori! Il fenomeno dell’idiozia “Blu Whale” ne è una prova! Dove sono i genitori-educatori di quei ragazzi/ni che entrano in questo meccanismo perverso e autodistruttivo?
Essi sono gli unici responsabili di questa situazione! E tutto questo inizia, consegnando loro lo smarthphone a 9-10 anni. La Rete ha una responsabilità secondaria, indiretta, favorita da questa assenza. La sua navigazione richiede una patente, costituita da conoscenze e abilità informatiche “profonde”. Nelle mie conferenze lo dichiaro spesso: ” Dareste la vostra auto a un non patentato?” Essi sono i primi responsabili (“patria genitoriale”) delle “cretinate” informatiche dei propri figli, perché lasciati soli a gestire la loro navigazione nel Web, in quanto anch’essi (i genitori) sono privi di quel profilo informatico competente.
Ne consegue che i ragazzi “compilano la la loro patente di navigazione” attraverso i tam tam della Rete, le conversazioni, le “dritte” degli amici reali. Con buona pace dei genitori!
Detto questo, propongo le regole pubblicate dalla Polizia postale per gestire il fenomeno della “Blue Whale”, non dimenticando di ricordare che è necessario che i genitori diventino una guida informatica autorevole, che rimanda ad un bagaglio conoscitivo e procedurale profondo.
PER I RAGAZZI
PER I GENITORI
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“Mindfulness”, un termine che contiene in sé tante sfumature e concetti come consapevolezza, concentrazione, pensiero positivo, respirazione, benessere.
Secondo Kabat-Zinn è “consapevolezza che emerge prestando attenzione, nel momento presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza”.
Una pratica, insomma, che mira a fissare l’attenzione sul “qui e ora”, focalizzando la consapevolezza sull’esperienza presente. I benefici apportati sarebbero molteplici, tanto che, nelle scuole statunitensi, in Inghilterra e in diversi paesi del nord Europa, la pratica della consapevolezza attraverso la respirazione è stata inserita nel programma didattico (rivolto a ragazzi dai 7 ai 18 anni). Anche in Italia, da pochissimo tempo, in molte scuole, si sono diffuse esperienze di Mindfulness Education. Ma scopriamo insieme gli aspetti teorici e pratici e quali possono essere i risvolti positivi di questa nuova pratica educativa!
Un seminario teorico e pratico sulle tecniche di rilassamento
e autoconsapevolezza nel contesto educativo, tenuto da Clara Chiodi (Shantaram – Nuovo Intento Project).
La partecipazione è GRATUITA, rivolta a tutti gli educatori/genitori/insegnati/studenti interessati.
Per prenotarsi inviare una e-mail a:
– mar.mascitti@stud.uniroma3.it
oppure
– isa.giacchi@stud.uniroma3.it
L’ins. Follo Concetta organizzatrice del progetto ha digitato sulla pagina Fb dell’Istituto
“Il mio personale Grazie a tutti voi dell’Associazione per aver condiviso con me e per me il vostro tempo, il vostro lavoro, le vostre risorse. L’opportunità che avete regalato ai miei alunni, sono sicura, diventerà una ricchezza.
Grazie per aver arricchito le nostre vite spargendo il seme della solidarietà, della condivisione e del rispetto.”
A breve sarà pubblicata una slideshow ( presentazione di foto ) dell’iniiziativa.
Sabato 27 maggio 2017 dalle ore 8,30 alle 13,30 si svolgerà la festa “INSIEME SI PUO’ ” a conclusione del progetto di Prosocialità ” Amici e contenti“.
La manifestazione avrà luogo nel giardino della scuola e nel parco cittadino.
Programma
1) Mostra dei lavori realizzati durante il progetto
2) Quadri “viventi” sul tema dell’amicizia
3) Consegna dei diplomi da parte degli alunni delle classi
quinte ai bambini uscenti dalla scuola dell’infanzia
4) Giochi sportivi
5) Pic nic con ” amici e parenti”
Venire numerosi ! Vi aspettiamo con gioia!!!
L’evento “La guerra di Piero: pensieri, parole e plastici ricordando Fabrizio De André”, svoltosi venerdì 28 aprile, che ha coinvolto i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di I grado, il personale in servizio nella sede di largo M.te San Giusto ed ha visto intervenire gli alunni della scuola media, i bambini delle classi quarte e quinte della primaria e numerosi genitori dell’istituto, dimostra che una scuola legata alla quotidianità, alle problematiche sociali ed ambientali è in grado di coinvolgere giovani ed adulti. L’”energia” circolata ieri e che si è potuta percepire è l’emblema di quanto i ragazzi vivano le emozioni in profondità e di come riescano a trasmetterle a chi si trova accanto a loro. La Fondazione De André ha voluto consegnare, al termine delle esibizioni artistiche che si sono succedute, un targa ricordo della commovente giornata all’istituto.
Presto saranno pubblicate le immagini relative all’evento.
Un grazie di cuore agli alunni, agli insegnanti, ai collaboratori scolastici ed ai genitori che, con la loro presenza, hanno voluto valorizzare il lavoro dei ragazzi.
E’ disponibile il video della “Tribu umana” in giro per il quartiere e altro ancora ( Pagina Riservata ).
L’iniziativa ha coinvolto tutto l’Istituto Comprensivo un sabato di carnevale.
Presso l’IC Carlo Levi ha avuto inizio il progetto Scuola Sicura promosso dalla Questura di Roma nelle scuole della città e provincia. In programma quattro incontri, di cui due con gli alunni della scuola secondaria, uno con i piccoli studenti delle classi quinte della primaria e uno rivolto ai genitori, riguardante l’uso consapevole delle nuove tecnologie e normative relative. Gli alunni hanno entusiasticamente accolto il personale della Polizia di Stato, instaurando un rapporto di fiducia e collaborazione, potendo finalmente incontrare le forze dell’ordine nella loro preziosa funzione educativa e di prevenzione. Dai ragazzi delle classi prime sono stati realizzati disegni e cartelloni di benvenuto che ora adornano le pareti del Commissariato di Roma Fidene Serpentara. A presto per il calendario dettagliato degli incontri.
Date
La Scuola Media S.Giusto dell’IC Levi ha partecipato, in particolare con le classi 2B e 1B al concorso ” Metti il bullo nella rete“, dove veniva richiesta la realizzazione di lavori di propria iniziativa sul tema del bullismo e di allegare una proposta di legge fatta dai ragazzi per aiutare a ridurre tale fenomeno. I ragazzi hanno lavorato con molto impegno e con molta inventiva e propositività. La 2B ha prodotto due video ideati da loro in cui si sono messi in gioco come attori e giornalisti, oltre ad un cartellone (come simbolo di questa partecipazione). Nella 1B invece hanno creato un fumetto su una storia di bullismo di loro invenzione che ha come protagonisti due ragazzi, un cane e un bullo.
Questa iniziativa, che si aggiunge ad altre effettuate dalla scuola su questo tema, ci dimostra quanto i ragazzi (e la scuola) non siano indifferenti alla problematica del bullismo. Un ringraziamento va anche ai genitori di questi alunni senza i quali questi lavori non sarebbero potuti essere realizzati.
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